acquerelli vigneti dell'angelo Acquerelli vigneti

I vigneti dei Le tavole seguono l’ordine alfabetico delle uve. Q ueste tavole, molto più delle parole, riassumono nitidamente la varietà del paesaggio viticolo trentino, dandoci l’imme- diata percezione di quanto tempo e di quanta fatica abbia richiesto ai nostri avi l’adattare terreni impervi e scoscesi alla coltura della vite. Chilometri di muri e muretti a secco, di scale in sasso. Fatiche immani per trasportare a spalla terra, letame e attrezzi. Queste tavole, mostrando il sottosuolo, provano a spiegare la relazione magica e sorprendente tra le componenti geolo- giche del terreno e il gusto del vino che varia proprio in relazione a questo legame. G ianpaolo G irardi L’ intento principale, nel realizzare le illustrazioni, è stato quello di identificare le caratteristiche paesaggistiche salienti cercando di riportarle nell’immagine. Talvolta, vista la dimensione relativamente piccola di alcuni vigneti, o la particolare collocazio- ne paesaggistica, sono state operate delle scelte per avvicinare, falsando la prospettiva, elementi caratterizzanti il territorio circostante. L’intento non è dunque quello di una descrizione analitica del vigneto e dei suoi dintorni, ma la rappresentazione della sua peculiare collocazione e delle caratteristiche che lo rendono unico. Le tavole quindi vogliono trasmettere la varietà e la bellezza di alcuni luoghi che punteggiano il territorio trentino e che sono testimoni di storia, tradizione e cultura; luoghi che ammaliano e incantano e che rappresentano un’importante ricchezza paesag- gistica da conoscere e custodire. A driano S iesser I sedimenti che formano i terreni su cui crescono i vigneti del Trentino hanno una storia molto lunga, iniziata 70 milioni di anni fa quando la nascita delle Alpi portò al sollevamento delle rocce che formano il Trentino. Questo sollevamento espose le roc- ce all’azione degli agenti atmosferici che cominciarono a romperle e disgregarle. I pezzi di roccia iniziarono a essere trasportati dai fiumi, vennero spinti dalla forza dei ghiacciai e coinvolti nelle frane che si staccavano dalle pareti. Questi sedimenti vennero infine depositati formando i terreni che vediamo ora. È per questo motivo che in un profilo geologico verticale, al di sotto di un vigneto troviamo (dal basso verso l’alto): 1. il substrato roccioso, cioè la roccia intatta che può essere sedimentaria, vulcanica o metamorfica 2. un sedimento, vale a dire l’accumulo di pezzi di roccia sotto forma di massi, ciottoli, ghiaie, sabbie, limi/argille, che può essere di vari tipi a seconda del processo che ha portato alla sua formazione (glaciali, fluviali, di frana). Nelle tavole dei vigneti abbiamo deciso di dare una rappresentazione geologica semplificata del sottosuolo, limitandoci a illustrare il substrato roccioso, il tipo di litologia dominante e il sedimento sovrastante con le sue caratteristiche principali. Anche se semplificata, questa scelta permette di visualizzare con facilità la grande variabilità di terreni su cui un vigneto può crescere e si sviluppa. Variabilità che influenza fortemente le caratteristiche del vino che ne viene ricavato. M attia M artinelli Bibliografia • ISPRA, Carta geologica d’Italia 1:50.000. Fogli: Trento, Mezzolombardo, Tione di Trento e relative note illustrative. • SARTORI, G., MANCABELLI, A., et AL., Carta dei suoli del Trentino 1:250.000, 2009. Da un’idea di www.propostavini.com