100% Fitness Mag - Anno VIII Luglio 2014 | Page 76
#CONSULENTE FINANZIARIO
Trappole mentali
dei risparmiatori
Dr. Mario De Simone
3385458815
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Il popolo italiano si è contraddistinto sempre
per essere un ottimo risparmiatore, anche e,
soprattutto, nei momenti difficili fa parte delle
nostro "DNA" non spendere tutto ciò che si
guadagna ma conservarne una parte per le
incertezze o per gli obbiettivi futuri.
Al contrario, invece, non siamo mai stati altrettanto
bravi a far "fruttare" quanto risparmiato, non é
raro, infatti, vedere risparmi erosi dall'inflazione
o addirittura ridotti da qualche scelta di
investimento sbagliata. Spesso alla domanda che
il consulente finanziario pone ai propri clienti sul
come si intenda investire i risparmi accumulati, le
risposte mostrano più la preoccupazione di non
perderli, piuttosto che la volontà di farli crescere.
Certo oggi rispetto agli Ottanta é più complicato,
una volta bastava sottoscrivere BOT ed altri
Titoli di Stato similari per ricevere anche tassi di
interesse a doppia cifra! Bello penserà qualche
lettore... peccato che all'epoca della quale sto
parlando convivevamo con un'inflazione altissima
per cui anche se "nominalmente" i nostri genitori
vedevano crescere - ed anche bene! - i loro
risparmi in realtà, in termini di potere di acquisto il
rendimento che ottenevano dal loro investimento
non era poi così alto. Oggi la situazione,
dicevamo, è sicuramente peggiore, infatti seppur
viviamo in un mondo a bassa inflazione (in pratica
i nostri risparmi vengono poco erosi) i rendimenti
dei titoli di Stato Italiani, ma vale lo stesso per
quelli tedeschi (i famosi "Bund") o quelli americani,
sono così bassi che investire in tali strumenti da la
certezza di perdere potere di acquisto: in pratica
la rivalutazione monetaria dei risparmi é più bassa
della svalutazione che ne subiscono.
Gli italiani non si sono mai contraddistinti rispetto
ai popoli di origine anglosassone per essere
investitori evoluti, hanno loro malgrado subito
l'evoluzione dell'investimento a tasso fisso e
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Luglio 2014
per credenze o per esperienze negative sono
avversi a qualsiasi altro tipo di investimento a
ritorno non certo, vedi il classico investimento nel
mercato azionario. Oggi, purtroppo è necessario
prendere in considerazione di inserire nel proprio
portafoglio di investimento una più o meno
piccola parte di azioni o titoli similari (Fondi, ETF
o altro) prestando però attenzione a valutare
bene il peso di questa componente in base alla
propria tolleranza al rischio e soprattutto cercando
di evitare i classici errori che per inesperienza
o anche per emotività si compiono quando i
mercati attraversano una fase negativa (cosa
normalissima) anche se questa é più forte o più
lunga di altre avute in passato.
In base ad un test di "psico-economia"
compiuto da Schoeders (azienda specializzata
in investimenti finanziari) effettuato sugli italiani
sono principalmente 3 le "trappole mentali" che
condizionano i risparmiatori nelle loro decisioni.
"Effetto morso del serpente", condiziona
circa la metà degli investitori, consiste in uno
stato psicologico influenzato da un'esperienza
pregressa di perdita finanziaria.
Si manifesta in situazioni negative dei mercati
attraverso decisioni di vendita non opportune
dovute alla "fisiologica" nonché temporanea
diminuzione del prezzo dei titoli posseduti in
portafoglio.
"Effetto disposizione" é la tendenza che
hanno gli investitori a vendere troppo presto gli
investimenti in guadagno ed a trattenere, invece,
troppo tempo quelli in perdita. Si manifesta in
caso di esigenza di liquidità tendendo a vendere
i titoli in crescita ed a mantenere in portafoglio
quelli in perdita, nella speranza del loro recupero.
"Effetto condizione" é la predisposizione ad
investire solo in titoli "familiari" perché percepiti
come non rischiosi. Si manifesta con la volontà
di preferire titoli legati al Paese di appartenenza
(Borsa Italiana) che spesso rappresentano titoli a
bassa capitalizzazione, trascurando invece titoli di
maggiori dimensioni e quindi a minore volatilità.
Tali scelte, inoltre, comportano la violazione di uno
dei principi cardine, quello della "diversificazione"
del portafoglio.