100% Fitness Mag - Anno VI Gennaio 2012 | Page 36

100% FITNESS MAGAZINE PEDIATRA un raggio di 5 chilometri da una centrale nucleare. Altri studi effettuati in Francia, Spagna e Finlandia sono giunti a conclusioni diverse non avendo rilevato un aumento di mortalità e/o di incidenza dei casi di cancro in coloro che risiedono in prossimità di una centrale nucleare. Tuttavia, l’assenza dell’evidenza di un effetto non costituisce certezza dell’assenza dell’effetto stesso. Sembra opportuna l’applicazione del“Principio di Precauzione” al fine di evitare un eventuale, non escludibile ulteriore incremento dei tumori infantili. Tale principio riguarda casi in cui i riscontri scientifici sono insufficienti, non conclusivi o incerti e la valutazione scientifica preliminare indica che ci sono motivi ragionevoli di pensare che esistano effetti potenzialmente pericolosi sull’ambiente, sulla salute umana, animale o vegetale, benché non dimostrati. Esso esprime l’esigenza cautelare di perseguire la tutela della salute anche quando manchi l’evidenza scientifica di un danno incombente, vale a dire quando non sussista interamente l’evidenza di un collegamento causale tra una situazione potenzialmente dannosa e conseguenze lesive della salute o quando la conoscenza scientifica non sia comunque completa. La Corte Costituzionale e la Corte di Giustizia Europea applicano con fermezza questo principio. L’applicazione del Principio di Precauzione entra in contrasto con la costruzione di nuove centrali nucleari. In Italia c’è un aumento statisticamente più elevato di casi di leucemia linfoblastica in età pediatrica rispetto a Paesi che hanno decine di centrali nucleari nel loro territorio (Francia. Germania, Gran Bretagna). Quindi, il dibattito sull’aumento del rischio di cancro per coloro che vivono vicino ad una centrale nucleare, in particolare i bambini, rimane largamente aperto in quanto, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, non è possibile escludere un aumento del rischio di cancro, soprattutto nella fascia di età più giovane, in coloro che risiedono nei pressi di un impianto nucleare che produce energia elettrica, ma non si può nemmeno dimostrare un nesso causale diretto tra le emissioni radioattive e l’insorgenza della malattia. Ne consegue che, qualora si proseguisse nella volontà di costruire nuove centrali nucleari in Italia, la popolazione che vive vicino ai siti designati come sedi di installazione (in particolare i bambini), dovrà essere sottoposta ad uno stretto controllo epidemiologico, al fine di valutare precocemente l’eventuale aumento d’incidenza di neoplasie maligne. Naturalmente, vivere vicino ad una centrale nucleare non è che una delle cause possibili di tumore. Per esempio, è dimostrato che elevati livelli dell’inquinante ambientale benzopirene, essendo il feto fino a 10 volte più suscettibile al danno del Dna, possono tramite esposizione prenatale incrementare molto il rischio cancerogeno. L’uso di sostanze chimiche in agricoltura è inoltre sempre più massiccio: nel nostro Paese sono circa 300 quelle di uso abituale. E’ ormai assodato che molti di questi agenti hanno anche un