100% Fitness Mag - Anno VI Gennaio 2012 | Page 32

100% FITNESS MAGAZINE NEUROPSICOMOTRICISTA Mamma non voglio crescere R. ha 7 anni e quando la mamma fa anche solo 2 minuti di ritardo inizia a piangere quasi in modo inconsolabile, utilizza un linguaggio baby-talk, è angosciato dalla paura di morire o che i genitori possano morire, spesso quando si arrabbia perde il controllo, non si riesce a gestire; P. ha 5 anni è una bambina molto timida si nasconde dietro la mamma se solo una persona la guarda, si relazione come una bambina di 3 anni; A. ha 9 anni utilizza sporadicamente il baby-talk, modalità infantili per relazionarsi con l’adulto, pretende che la mamma gli stia accanto durante i compiti, se lo lascia per poco lui sbaglia, ricerca tutta l’attenzione della madre è diventato un “carnefice” … Tutti questi bambini presentano sintomi vari ma facilmente riconducibili ad una situazione di disagio e/o chiara sofferenza psicologica. I sintomi più frequenti sono noti: discontinuità nell’impegno educativo, difficoltà nell’ascolto, nella comunicazione o nella rielaborazione personale, labilità attentiva, difficoltà nella memorizzazione, scarsa autostima; difficoltà a controllare il loro comportamento nelle diverse situazioni scolastiche, labilità affetti- Dottoressa Daniela Caiafa Laureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università di Napoli Federico II Disponibile telefonicamente Lunedì e Sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Cell. 347.5477785 va, difficili rapporti relazionali con i compagni e con gli insegnanti, insofferenza alle regole e norme scolastiche, disturbi psicosomatici, depressioni, e, nei casi più gravi fobie, stereotipie, ecolalie, distacco dalla realtà, notevole difficoltà nella comunicazione. Le difficoltà nell’apprendimento da parte dei soggetti con disturbi psicologici si possono facilmente comprendere se si pensa che l’attenzione è necessariamente selettiva. Le ansie, le paure, i problemi interiori insoluti o conflittuali agiscono come stimoli che si sovrappongono agli apprendimenti. Stimoli che il soggetto a volte riesce a trascurare, mentre altre volte, a causa della loro intensità e pregnanza, impediscono che l’attenzione sia rivolta allo studio o alla richiesta dell’insegnante. L’altra causa che rende difficile e a volte impossibile l’apprendimento, riguarda la difficoltà di fermare l’attenzione per quei momenti indispensabili alla comprensione e alla memorizzazione. Il bambino con gravi problematiche interiori si ritrova come un viaggiatore su un treno super veloce. Sballottato e trascinato dalla sua corsa non è in grado di cogliere, mediante la riflessione, tutti quegli elementi e quei particolari indispensabili per ottenere una buona comprensione. Per tali motivi l’obiettivo primario in questi soggetti deve necessariamente riguardare la loro serenità interiore, perché è questa la premessa indispensabile per ogni apprendimento. Insistere, come spesso viene fatto, con minacce, rimproveri e ricatti affinché l’attenzione sia rivolta allo studio e all’apprendimento non comporta nulla di positivo. Infatti, anche se momentaneamente lo stimolo forte e violento che noi mettiamo in atto, cattura per un momento la sua attenzione, la violenza che stiamo esercitando peggiora di molto il suo mondo interiore. Se dovessimo elencare le cause che portano sempre più spesso i bambini a manifestare più o meno gravi segni di sofferenza psicologica, potremmo così riassumerle. Cause legate agli educatori: immaturità; inadeguatezza al compito educativo e formativo; scarsa presenza o mancanza di uno o di entrambi i genitori; separazione; 32