SALUTE & BENESSERE
Dott.ssa
Tea Maione
Audioprotesista
L’angolo degli esperti
AUDIOPROTESISTA
PARLIAMO DELL’ORECCHIO DURO:
L’OTOSCLEROSI
C
ol termine otosclerosi dal greco “oto” e “sclero” (orecchio duro) si intende la formazione
di osso spugnoso (otospongiosi) nella capsula
labirintica, che può avanzare verso la staffa
(fissità stapediale) o anteriormente verso la
coclea, che determina ipomobilità della staffa con conseguente perdita uditiva trasmissiva, neurosensoriale o mista. Nel
70% dei casi si associano acufeni e nel 10-20% dei pazienti
vertigini.
L’Orecchio è costituito dall’apparato stato-acustico che contempla sia l’organo deputato alla funzione uditiva che quello deputato all’equilibrio. Esso viene convenzionalmente
suddiviso in tre parti: orecchio esterno, medio ed interno.
L’orecchio esterno è costituito dal padiglione auricolare e
dal condotto uditivo esterno, questi amplificano e convogliano l’onda sonora sino alla membrana timpanica, porta d’ingresso dell’orecchio medio. La membrana timpanica posta in
vibrazione dall’onda sonora, trasmette, a sua volta, attraverso
i tre ossicini (martello, incudine e staffa) tra di loro articolati,
il movimento, ancor più amplificato, all’orecchio interno attraverso la platìna della staffa che affonda nella finestra ovale;
proprio come si articola il pistone in un cilindro di un motore
a scoppio. Tale onda pressoria viene trasmessa, infine, ai liquidi labirintici contenuti nella coclea. Ecco, quindi, che in tale
apparato di trasmissione dell’orecchio si verifica il passaggio
dell’onda sonora da un mezzo gassoso (l’aria), ad un mezzo
solido (membrana timpanica e catena ossiculare) ed infine,
ad un mezzo liquido (la perilinfa). Nella coclea, l’organo di
Corti, trasduce cioè trasforma il segnale meccanico vibratorio
in un segnale bioelettrico e viene inviato attraverso il nervo
acustico e le vie uditive centrali alle aree acustiche cerebrali
dove evoca la sensazione uditiva.
La catena degli ossicini è sospesa all’interno della cassa timpanica grazie ad un sistema di legamenti e a due muscoli, il tensore del timpano e lo stapedio. Nei soggetti sani le vibrazioni
acustiche giunte alla platina della staffa vengono da questa
trasmesse alla perilinfa della scala vestibolare, mentre nei soggetti affetti da otosclerosi, a causa di una anomala, patologica,
ossificazione che interessa la finestra ovale ed ingloba la platina della staffa viene impedita questa essenziale articolazione
determinando gradualmente una ipomobilità e poi una fissità
stapedo-ovalare. Ciò determina una ipoacusia ingravescente
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inizialmente trasmissiva poi mista ed infine neurosensoriale.
Si manifesta quasi sempre in entrambi gli orecchi ed in soggetti giovani di età compresa tra i 20 e 30 anni, molto rara
dopo i 50 anni.
Per quanto riguarda l’eziologia di tale malattia, essa non è
nota con assoluta certezza, ma sono state formulate varie
ipotesi. La più accreditata ritiene che l’ otosclerosi, per quasi
il 60%, sia di origine genetica ed è, infatti, facile riscontrare
una familiarità. Chi ha un genitore con otosclerosi ha il 25%
circa di probabilità di soffrirne, percentuale che sale al 50%
se entrambi i genitori ne sono affetti. Colpisce più frequentemente le donne e tipicamente si aggrava dopo una gravidanza,
proprio a testimonianza di una influenza ormonale sul decorso della malattia. Un’altra ipotesi è quella disendocrina, in
quanto è più frequente nel sesso femminile (con un rapporto
di 2:1). Tende ad insorgere durante la pubertà e ad evolvere
in corso di gravidanza ed allattamento. Quale altra probabile
causa è stata ipotizzata un disparatiroidismo (alterata funzionalità delle ghiandole paratiroidi che sovraintendono al metabolismo del calcio e del fosforo, controllando, di concerto con
la forma attiva della vitamina D l’equilibrio fosfo-calcico). Altra ipotesi invocata è quella vascolare ed autoimmunitaria.
Dall’esame otoscopico l’aspetto dell’orecchio risulta il più