100% Fitness Mag - Anno IV Marzo 2010 | Page 48

SALUTE & BENESSERE lubrificazione e nutrimento fisiologico articolare. Avremo un aumento del cross-linking, cioè dei legami trasversali che si formano tra le molecole di collagene, con conseguente rigidità della struttura cartilaginea. Formazione di aderenze con tessuto fibroadiposo, atrofia e iposecrezione sinoviale porta degenerazione della cartilagine, che rappresenta la fase tardiva dell’immobilizzazione. Sotto il profilo riabilitativo tuto ciò porta anche altre conseguenze: l’alterazione dei meccanismi di controllo propriocettivo dell’articolazione stessa. - A livello osseo abbiamo osteoporosi conseguente alla carenza di movimento. Il paziente con patologie cardiovascolari in seguito ad una prolungata immobilizzazione andrà incontro a: - Riduzione della capacità di adeguamento del cuore ad un’aumentata richiesta di prestazioni - Riduzione della gittata cardiaca - Alterazioni nella distribuzione dalla periferia al centro del volume ematico - Insufficienza cardiaca e facile insorgenza di edema polmonare acuto - Ipotensione ortostatica - Aumento dell’aggregazione piastrinica - Stasi periferica Il paziente con patologie a carico dell’apparato respiratorio come BPCO presenterà alterazioni come ipossia (riduzione della quantità di ossigeno nel sangue) ed ipercapnia (aumento del tasso di anidride carbonica nel sangue). Avremo ristagno dei secreti e riduzione del riflesso della tosse. Il paziente presenterà, in seguito all’immobilizzazione, alterazioni restrittive a carico della cassa toracica, come ipotrofia del polmone, rigidità costo-vertebrale, alterazioni dei muscoli respiratori. Il polmone si adatta a questo livello di attività inferiore e perde elasticità. Le alterazioni fisiopatologiche che interessano l’apparato gastrointestinale conseguentemente all’immobilizzazione sono anoressia,turbe dispeptiche e stipsi. Si ha un rallentamento della motilità intestinale con conseguente facilità alla formazione di fecalomi e riduzione della funzione di assorbimento. Per quanto riguarda l’apparato urinario, a seguito di una prolungata immobilizzazione il paziente potrebbe andare incontro a riduzione della sensibilità vescicale con alterazione del meccanismo di svuotamento, ritenzione urinaria ed incontinenza urinaria. 48 100% Fitness Magazine Con la sindrome da immobilizzazione si riduce l’immunità umorale e cellulare, si riduce la produzione di interferone, si ha ipotrofia del timo, milza e linfonodi. La condizione stressante dell’allettamento porta un aumento della produzione di cortisolo, depressore del sistema immunitario. In ambito neuropsichico la diminuita stimolazione cinestetica, visiva, uditiva, tattile e sociale può provocare : - Disorientamento - Allucinazioni - Deterioramento cognitivo - Labilità emotiva - Indifferenza ed ostilità verso l’ambiente - Stati confusionali - Depressione L’insonnia che ne può conseguire può a sua volta disturbare la funzionalità sociale, emotiva, comportamentale e fisica dei pazienti. Il paziente anziano e in particolare il paziente affetto dalla sindrome da immobilizzazione deve essere assistito da un’equipe multidisciplinare composta da diversi specialisti, al fine di ottenere una corretta valutazione e di mettere in pratica un’adeguata terapia, intervenendo sull’individuo nella sua globalità. Una riabilitazione multidimensionale accompagnerà il paziente nelle diverse fasi in forma di riabilitazione acuta, intensiva ed estensiva. La terapia riabilitativa ha come scopo il ripristino delle funzioni e la prevenzione dell’aggravamento della disabilità. La riabilitazione si avvale principalmente di: 1) Fisioterapia, comprendente esercizi per il range di movimento (chinesiterapia attiva, attiva assistita e passiva), esercizi per il potenziamento muscolare, esercizi propriocettivi, esercizi di coordinazione, allenamento allo spostamento, esercizi di deambulazione (con ausilio, con aiuto ed autonoma), ma