100% Fitness Mag - Anno III Dicembre 2009 | Page 40
Prevenire e curare
A TAVOLA MENO PROTEINE
I reni vanno tenuti sotto controllo anche con una
vita sana. Ridurre l’apporto di proteine con la dieta è importante se si soffre di insufficienza renale
cronica. Le proteine, infatti, producono molte
scorie azotate che sono filtrate con difficoltà dai
glomeruli malati. Di conseguenza, la loro concentrazione nel sangue aumenta, innalzando la pressione e rendendo ancora più serio il problema.
Vanno ridotte soprattutto le proteine vegetali (in
fagioli, patate, cereali), a favore di carne, pesce e
latticini, da assumere due o tre volte a settimana,
in quantità moderata.
POCO FOSFORO
E POCHI GRASSI
Inoltre, nell’insufficienza renale cronica dev’essere limitato l’apporto di fosforo nella dieta, a
causa di un delicato meccanismo che porta ad una
maggiore fragilità ossea. I glomeruli poco funzionanti non riescono a filtrare il fosforo, che quindi
aumenta nel sangue. Questo stimola particolari
ghiandole, le paratiroidi, a produrre un ormone, il
paratormone (Pth), che utilizza il calcio per bilanciare l’eccesso di fosforo nel sangue, riducendo,
però, il calcio delle ossa che diventano più fragili.
Infine bisogna consumare meno grassi, per tenere
sotto controllo il colesterolo e i trigliceridi. Stop
anche al fumo: danneggia i vasi sanguigni e dunque anche i reni.
ACUTA O CRONICA: LA DIFFERENZA?
Esistono due tipi di insufficienza renale: acuta e cronica. La forma acuta
dell’insufficienza renale è caratterizzata dall’improvvisa perdita della funzione dei reni, per lo più con una produzione di ridotte quantità di urine.
Le cause sono difficilmente prevedibili: un’intossicazione, anche da farmaci, un trauma, una seria disidratazione, un’operazione.
Nel giro di pochi giorni la persona urina pochissimo o per niente: si verifica un blocco renale che richiede il ricovero immediato. La forma cronica,
invece, è lenta e subdola. I malati diventano gonfi per l’accumulo di liquidi
e tossine che i reni non riescono più ad eliminare.
Quando l’insufficienza renale cronica è molto avanzata, se non si ricorre
subito alla dialisi, compaiono nausea e vomito, stanchezza, vertigini, sopore, sino al coma. Contemporaneamente si creano seri squilibri di Sali
minerali: si accumula il fosforo, mentre c’è una carenza di calcio, indispensabile all’organismo per mantenere le ossa forti, viene meno anche
l’equilibrio del sodio e soprattutto del potassio, pericolosissimo perché
può avere esito fatale.
PIU’ CALCIO E VITAMINA D
Chi soffre di insufficienza renale, inoltre, rischia la debolezza ossea per
l’aumento di fosforo nel sangue e quindi per l’aumento del paratormone. Non solo. In condizioni normali, sono i reni a contribuire alla
produzione e all’utilizzo della vitamina D, fondamentale per l’assorbimento del calcio introdotto con i cibi. Reni poco funzionanti producono meno vitamina D attiva e, di conseguenza, si assimila meno calcio.
Ai malati di reni, insomma, occorre una somministrazione maggiore di
calcio e vitamina D, sottoforma di integratori o di farmaci. La cura è in
compresse, in genere da assumere una volta la settimana.
DIALISI O TRAPIANTO,
QUANDO IL DANNO E’ SERIO
Se i reni hanno perso la loro funzione, le alternative sono due: la dialisi o il
trapianto. Nella dialisi, è un’apparecchiatura a filtrare il sangue, eliminando
liquidi e sostanze tossiche. Attualmente è possibile ricorrere all’emodialisi,
che purifica il sangue attraverso aghi inseriti nell’avambraccio, collegati con
un sistema di pompe. In questo modo, il sangue viene aspirato, fatto circolare
attraverso il filtro depuratore e quindi reimmesso nell’organismo della persona. Nella dialisi peritoneale, invece, si utilizza il peritoneo come filtro di
purificazione del sangue.
Il liquido di dialisi, che scambia scorie e liquidi con il sangue che irrora il
peritoeno, viene introdotto all’interno di questa cavità. Dopo un certo tempo
lo si aspira, carico di sostanze di rifiuto e degli eccessi di acqua e sale e lo si
elimina. Il trapianto renale può essere effettuato da una persona deceduta ma
compatibile o da un donatore vivente, in genere un familiare. Per purificare il
sangue è sufficiente un solo rene funzionante. Il trapianto non è esente da rischi: è infatti possibile l’eventualità di un rigetto se l’organismo del ricevente
non riconosce come “proprio” il nuovo organo e lo respinge. Il sistema di difese naturali del ricevente, quindi, può distruggere il nuovo rene. Il trapianto
può essere effettuato solo al di sotto dei 70 anni e se la persona sta bene.
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Riducete il più
possibile il sale,
compreso quello
presente nelle conserve
in salamoia, negli
affettati, nei formaggi
stagionati e nei dadi,
perché fa aumentare
la pressione!