100% Fitness Mag - Anno III Dicembre 2009 | Page 39
Sottoposte a controllo, sono risultate ipertese 55 persone su 100 e di queste, il
23 per cento non sapeva di esserlo.
Eppure, la pressione alta può essere uno dei primi segni di insufficienza renale. Il
73 per cento degli intervistati ha sostenuto con certezza di non avere proteine
nelle urine, in particolare albumina, che è uno dei più significativi campanelli
di allarme di iniziale danno ai reni. Dopo una verifica, il 14 per cento delle persone è risultato positivo a quest’alterazione urinaria. E’ il segno che la sicurezza di
non avere problemi derivava da una non conoscenza della loro salute, perché non
si sottoponevano ad esami.
Considerando tutti gli individui esaminati, è risultato che ben un quinto del
totale aveva proteine nelle urine e necessitava dunque di ulteriori accertamenti.
Anche i dati relativi al diabete sono risultati sorprendenti. Il 20 per cento degli
intervistati non ha dato una corretta definizione di questa malattia, che è uno dei
fattori che predispone all’insufficienza renale e il 9 per cento ha dichiarato di non conoscerla.
ALTRE CAUSE DEL MAL DI RENI
Anche le malattie cardiovascolari o il colesterolo alto possono rendere i reni più
vulnerabili facendoli ammalare o aggravando le malattie già esistenti.
Viceversa, se c’è già un disturbo renale eventuali malattie di cuore e circolazione
possono diventare più serie. Inoltre, alcune classi di antibiotici, gli antinfiammatori non steroidei e i mezzi di contrasto usati nelle indagini radiologiche svolgono
sui reni un effetto tossico e alla lunga possono quindi causare danni.
I chili di troppo possono infine dare problemi ai reni poiché predispongono, oltre
che ad un eccesso di colesterolo nel sangue, alla pressione alta, ai disturbi cardiovascolari e al diabete. Quest’ultimo, in particolare, con il tempo danneggia le
delicate strutture dei reni deputate a filtrare il sangue.
ECCO LE
VITTIME PREFERITE
Secondo le indicazioni della National Kidney Foundation, fondazione
americana che si occupa delle malattie renali, rischi di più chi ha la
pressione alta, chi ha disturbi cardiovascolari e il colesterolo alti, chi
ha contratto un infezione cronica
come quella da Hiv e l’epatite B,
chi abusa di alcuni farmaci, chi è in
sovrappeso e chi ha più di 65 anni.
Di per sé, l’ipertensione può essere
indice di un inizio di malattia renale
perché danneggia le delicate strutture dei glomeruli.
A lungo andare, se si strascura il problema, i reni non filtrano più bene il
sangue, che resta così più denso e carico di tossine ed esercita una spinta
maggiore sulle pareti interne delle
arterie, portando all’insufficienza
renale. E’ quindi importante cercare
di mantenere i valori della pressione
sanguigna inferiori a 130 millimetri di mercurio (mm/hg) per la sistolica o “massima” e 85 mm/hg per
la diastolica o “minima”.
CREATININA SEMPRE
SOTTO CONTROLLO
Attenzione, però. L’emissione di una normale quantità di
urina non è di per sé garanzia del buon funzionamento di
questi organi; è necessario sottoporsi ad alcuni esami, primo
fra tutti un prelievo di sangue, che determina la concentrazione di creatinina.
Questa è una sostanza prodotta dai muscoli, normalmente
filtrata dai glomeruli e poi eliminata con le urine. Se, però, i
glomeruli non funzionano bene, la sostanza resta nel sangue
e i suoi livelli aumentano. In tal caso bisogna determinare la
cosiddetta clearance della creatinina o filtrato glomerulare,
che misura la quantità di sangue depurata dal rene.
Si misura analizzando in laboratorio campioni di urina emessi regolarmente nelle ultime 24 ore. Se il filtrato glomerulare è superiore a 90 ml/min (millilitri per minuto), significa
che i reni stanno ancora lavorando a dovere. Valori di filtrato
glomerulare inferiori a 90 ml/min indicano che invece il
problema è più serio e che è necessario indagare. Viene in
aiuto anche l’ecografia renale, un esame strumentale non
invasivo che, avvalendosi degli ultrasuoni, riesce a visualizzare la struttura dei reni la presenza di eventuali calcoli e le
condizioni del tessuto renale, mettendo in evidenza eventuali alterazioni o infiammazioni.
DOPO I 40 GLICEMIA
E COLESTEROLO
Ci sono poi altre analisi importanti, in grado di tenere sotto
controllo parametri indicativi dello stato di salute dei reni.
Si tratta di test sul sangue e di esami strumentali che dovrebbero essere eseguiti periodicamente, in genere una volta all’anno, dopo i 40 anni.
La colesterolemia misura il tasso di colesterolo, che non dovrebbe superare i 200 milligrammi per decilitro di sangue.
Valori più elevati indicano un rischio di malattie cardiovascolari soprattutto se associati a ipertensione arteriosa. Stesso discorso vale per i trigliceridi (altri grassi del sangue),
che non dovrebbero superare i 170/dl. Essenziale è anche