100% Fitness Mag - Anno II Settembre 2008 | Page 60

EUROPAFITNESS di Mario Sgarrella Laureato in Diritto, Economia e Politiche dell’Unione Europea L’Esercizio fisico in Italia e in Europa Chi è il più sportivo d’Europa? F orse lo stereotipo dell’italiano medio il cui unico esercizio fisico è quello del pollice sulla pulsantiera del telecomando resiste ancora. Basta dare uno sguardo alle nostre spiagge che anche quest’estate erano popolate soprattutto di “panze” e sederi abnormi in bella mostra. Senza offesa per nessuno, è un po’ la realtà. Eppure dalle ultime pubblicazioni dell’EUROSTAT sull’attività fisica e sportiva in Europa emerge un quadro abbastanza incoraggiante per l’Italia. Un’indagine, che si riferisce al 2006, mostra la percentuale di cittadini intervistati in ciascuno dei 27 paesi che formano l’Unione Europea che dichiarano di non svolgere alcuna attività fisica – sotto forma di attività ricreative, sportive o del tempo libero – nell’arco della settimana (grafico in fondo alla pagina). Si è visto come il 64% della popolazione europea (su un totale di quasi 500 milioni di persone) svolge un qualche tipo di attività fisica nell’arco della settimana. In testa si classifica la Finlandia, dove l’83% dei cittadini intervistati dichiara di svolgere un’attività fisica (una percentuale immensa se ci pensate bene). Seguono gli Olandesi (79%) e i Lituani (78%). I meno attivi sono invece i Portoghesi, seguiti dai Rumeni e dai Maltesi. E l’Italia? Rispetto ai 27 paesi dell’Unione l’Italia si piazza più o meno a metà classifica, né malissimo né benissimo. Certo tendiamo un po’ al “non-sport” – il 38% degli intervistati italiani dice di non fare MAI nessun tipo di esercizio fisico! Andiamo molto meglio del Portogallo – dove ben il 54% della popolazione è inattiva – e chiaramente peggio dei Finlandesi. Dai dati emerge comunque un netto miglioramento rispetto agli ultimi anni. La stessa indagine realizzata alla 60 100% Fitness Magazine fine del 2004 dava una spaventosa percentuale del 58% di italiani intervistati che non praticava alcuno sport. Emergeva anche una più netta divisione tra i paesi Scandinavi (Finlandia, Svezia, Danimarca – i più sportivi) e i paesi dell’Europa meridionale (Portogallo, Italia, Spagna – tra i meno sportivi in assoluto). Questo divario geografico – che sembrava confermare vecchi stereotipi – appare oggi in via di sparizione. Gli specialisti in studi europei sono convinti nell’affermare che il maggior numero di scambi culturali, sociali e anche semplicemente lo scambio di “best practices” – migliori pratiche – che istituzioni internazionali come l’Unione Europea favoriscono e finanziano, contribuiscono a colmare i divari tra nord e sud d’Europa in tanti campi. Compreso quello sportivo. Attualmente perfino i cugini francesi d’oltralpe e gli inglesi fanno meno sport di noi italiani! Come possiamo spiegare questi dati? Certo, il paese più “sportivo” d’Europa – la Finlandia – è dotato di attrezzature e grandi spazi aperti che fanno invidia a chiunque. Soprattutto però i Finlandesi hanno un sistema scolastico in cui si cerca di “scoprire i talenti sportivi”, si valutano le competenze di ognuno e si indirizza ciascun ragazzo verso la sua “specialità”. Così, sin dai primi anni, in ogni ora di educazione fisica ognuno può dedicarsi allo sport preferito, godendo delle tante strutture a disposizione. Ho conosciuto personalmente ragazzi che amavano ad esempio l’hockey su ghiaccio, oppure quello su prato, ed ecco che nelle 3 ore di educazione fisica veniva dato loro la possibilità di andare liberamente al campo di hockey. In Olanda, invece, un buon datore di lavoro fornisce quasi sempre ai suoi impiegati il salario, i buoni pasto … e un abbonamento alla più vicina palestra!