100% Fitness Mag - Anno II Settembre 2008 | Page 44

di terracotta, sui quali, invece dello stemma pontificio, fosse dipinta la morte. Beveva in una tazza d’argento brunito, nella quale era scolpita una testa di morto. Riposava reclinando il capo su un cuscino, su cui era ricamato un teschio. Mors ad coelos, era il suo motto: la morte è la via del cielo. «Era un pò funereo, però era di buon esempio», commentò Papa Giovanni Paolo II un giorno che ne ricordava la figura con il cardinale prefetto della Congregazione per i vescovi, che era anche uno storico. «A proposito», aggiunse il Pontefice, «non si potrebbe dare un pò più di semplicità e di austerità ai nostri ecclesiastici? Non dirò di adornarli di teschi da morto come il nostro papa Chigi, ma qualcosa di meno pomposo almeno nei nomi, oltre che nel comportamento, non sarebbe male. Io non so cosa venga in testa alla gente quando, per esempio, alla televisione, vede una cerimonia pubblica, una inaugurazione giudiziaria, una parata militare, e in poltrona in prima fila, accanto ai prefetti, questori, colonnelli e generali, c’è sempre un vescovo o un cardinale in pompa magna, a ricevere inchini e complimenti di eccellenza e di eminenza». «Vorrebbe una riforma, Santità?», domandò con curiosità il cardinale prefetto. Il Papa sorrise. Prese sulla sua scrivania un libro aperto a una pagina. Lesse: «Io vorrei ricondurre gli ecclesiastici e soprattutto i primi tra loro in una condizione simile a quella della 44 100% Fitness Magazine Chiesa primitiva, quando si viveva la vita apostolica e si imitava l’umiltà di nostro Signore. Quel clero vedeva gli angeli, splendeva per miracoli, guariva i malati, risuscitava i morti e per la sua santità, non con le armi, soggiogava i re e i principi». Il cardinale riconobbe quel testo. «Ma è di Federico II!», esclamò. «Embè!» fece il papa. «Ma era un imperatore scomunicato!». «Anche l’asina di Balaam profetò, si legge nella Bibbia, quando parlò al suo padrone che voleva disobbedire a Dio. Perché non potrebbe farlo un imperatore miscredente?». Il cardinale non poteva dargli torto. Non era, del resto, il solo infedele a dire cose sagge. «Lei che è uno storico», chiese il Papa,« ricorda le acclamationes che chiudevano gli antichi Concili?». « Certamente, Santità. I padri conciliatori cantavano davanti al libro aperto dei Vangeli: Feliciter, feliciter, feliciter! Che il regno di Cristo arrivi. Amen ». «Le hanno cantate anche alla fine del Concilio Vaticano II», precisò il Papa. «Allora, prima di ritornare alle loro diocesi, i ve