100% Fitness Mag - Anno II Dicembre 2008 | Page 90
di Salvatore Spinelli
SOCIETÀ
L’Angolo della Poesia
M
i chiamo Salvatore
Spinelli, ho 71 anni
e da 9 mi godo la
meritata pensione
raggiunta dopo 50 anni di lavoro.
Fin da giovane ho scoperto la mia
predilezione per la scrittura in rima
e i miei primi lavori riguardavano la
parodia di ciò che ci circonda, di ciò
che ci accade.
Tornato dal servizio militare mi trovai subito lavoro, quindi mi sposai e
in pochi anni diventammo cinque.
A quel punto smisi di “rimeggiare”
perché tutto il mio tempo andava
dedicato alla famiglia.
Il primo gennaio 2000 dopo 30
anni di lavoro quale funzionario
del Comune di Sorrento decisi di
smettere definitivamente col lavoro
e per non cadere nella trappola della
panchina della piazza, della poltrona di casa e delle pantofole, ripresi
la mia passione come se non avessi
mai lasciato.
Per prima cosa ho messo in rime le
favole di Esopo, di Fedro e di La
Fontane, fiabe e racconti che abbiamo appreso da bambini e altro,
attività che mi appaga e mi tiene lontano (il più possibile) da un
dramma familiare che mi ha privato
e mi priva tuttora del buon umore,
il dono più bello che avevo ricevuto
alla nascita.
Ringrazio l’editore di questa stupenda rivista Daniele Fiorile, che
ha accettato di ospitarmi nella sua
redazione dedicando una pagina
alla poesia di cui indegnamente mi
cibo.
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LA CANDELA
Si dice che le api, anticamente,
abitassero in ciel con l’Onnipotente
poi dopo un consiglio a tutto tondo
scesero qui ad abitar nel mondo.
Qui in uno sfolgorio di colori
estrassero il nettare dai fiori
e con un lavoro certosino
lo trasformaron in cibo divino.
L’uomo scoprì che nei perfetti favi
c’era un alimento dei più soavi,
che poteva estrarre con facilità
quel cibo di squisita bontà.
Ne fece l’alimento preferito
ma quando questo era finito
scoprì che nei perfetti favi c’era
anche la fragile , candida cera;
con essa l’uomo fece candele
che di notte sostituivan il sole.
Una di queste sentì dire, un giorno,
che il mattone cotto nel forno
diventava duro, assai resistente
contro cui il tempo non poteva niente.
Così senza pensarci neanche un po’
nella fornace ardente si gettò
ma invece di diventar pietra dura
si sciolse come volea la sua natura.
Ognuno ha un mondo per stare al mondo,
c’è chi galleggia e chi va a fondo:
guai a chi, anche solo per avventura,
volesse cambiare la sua natura.