100% Fitness Mag - Anno 0 Novembre 2006 | Page 33

100% Fitness Magazine - Novembre 2006 -- 33 Una Ragazza Semplice e Genuina Una ragazza semplice e genuina, è così che si presenta a noi Esposito Enrica, presidente dell’ Associazione Sportiva Dilettantistica PAENINSULA, semplice come le discipline sportive cui si dedica, genuina come la sua idea di intendere e praticare lo sport. Ma per chi non la conoscesse, chi è Enrica? Esposito Enrica, è una ragazza che all’età di dodici anni per la prima volta partecipa ad una gara di atletica portandosi a casa il suo primo trofeo più prestigioso. Da quella esperienza, ventuno anni fa, iniziò il suo cammino nel mondo dell’atletica. Prima, quale atleta nelle discipline di mezzo fondo, che l’hanno vista partecipe a manifestazioni di livello nazionale, poi, unitamente agli studi e a specializzazioni nel settore, quale diplomata ISEF; istruttore giovanile a livello regionale di atletica; educatore sportivo ed infine allenatore nazionale per le discipline atletiche. Supportata dalla passione vissuta in prima persona da atleta e dagli studi congiunti, Enrica nel 2001 fonda l’associazione sportiva di atletica “Paeninsula”. Dove ha sede l’Asd Paeninsula? A Sorrento, presso la palestra del Liceo Salvemini alla via Parsano. Come e quando si possono incontrare gli amici atleti della “Paeninsula? Recandosi nella palestra o annessa pista di atletica tutti i Martedì e Giovedì dalle 17:30 alle 22:00, dove a seconda delle età gli atleti vengono seguiti in diverse fasce orarie. Chi può praticare atletica? In maniera equilibrata e differenziata da persona a persona tutti, anzi sarebbe consigliabile che tutti la praticassero. L’atletica è difatti, al di là di quella pura, alla base di ciascuna disciplina sportiva quale preparazione, oltre ad essere un coadiuvante ad una vita sana. Quali età possono essere interessate alla pratica dell’atletica? Anche in questo caso la risposta abbraccia tutti indistintamente, sebbene necessiti differenziare gli approcci con la disciplina in varie fasce d’età. Al di sotto dei sei anni, senza precludere tassativamente la specialità, è consigliabile mirare le sedute di atletica alla ricerca della coordinazione e percezione dello spazio corporeo. Dai sei ai dieci anni far vivere l’atletica ai bambini sotto forma di gioco-sport, insegnandogli a condividere le gioie, a rispettare i compagni, a vivere lo sport come sport di gruppo, di squadra e non egoisticamente individuale. Dai dieci ai tredici anni captare ed indirizzare il ragazzo-atleta, verso la disciplina più vicina alle sue innate potenzialità biomeccaniche, non impedendogli per questo altre discipline. Dai tredici ai quindici anni, età psicologicamente difficile, aiutarli in primo luogo a diventare degli sportivi innanzitutto nel cuore. Dai quindici ai ventitré il loro ingresso nel mondo agonistico attraverso un percorso di rispetto e correttezza fra atleta ed allenatore. Dai ventitré anni, in assenza di fattori fisici o puramente personali, è possibile praticare lo sport per agonismo, per passione, per divertimento, come momento di confronto e dialogo, momento di aggregazione, per stile di vita, per prendersi cura di se stessi. Come intendi debba essere impartita l’atletica? Bisogna prima di tutto far appassionare il potenziale atleta alle discipline senza illuderlo, facendolo costantemente partecipe dei propri miglioramenti, rendendogli giustizia dei “sacrifici” che col crescere imparerà sempre più ad apprezzare. Occorre non lasciarsi prendere dalla foga di raggiungere a tutti i costi ed in breve tempo buoni risultati, perché il vero allenatore non mira alle soddisfazioni personali, bensì a costruire, sotto tutti i profili, umani e psicologici, l’atleta del domani, e non solo del singolo episodio. Evitando quindi di bruciare tappe fondamentali per una buona costruzione dell’atleta, non dimenticando mai che si ci trova di fronte ad una macchina perfetta e per questo dall’equilibrio facilmente vacillante, che col nostro minimo errore possiamo compromettere il lineare percorso di miglioramento del nostro atleta. Si dovrebbe altresì insegnare ad amare l’atletica, ma questo è un qualcosa che nasce dentro ognuno di noi, in maniera autonoma, senza seguire mai la stessa strada, diversa da individuo ad individuo, e per questo incomunicabile, si ci limita a trapiantare in quella vita, con tutte le dovute cure l’innesto dell’atletica, senza sapere mai se quella vita è predisposta in quel momento, in futuro, o mai a quella fioritur